Saturday 19 July 2014

Palačinke (Republika Hrvatska)

Dopo settimane di attesa, riprendendo il viaggio attraverso le colazioni balcaniche, ecco che arriva il pezzo mancante per la colazione croata, la parte dolce, Palačinke per esattezza.

I dolci piaceri di Ade/Palačinke (Republika Hrvatska)
Dopo esservi rinfrescato la memoria, leggendo questo post, conosciamo la storia di questo dolce.

La palacinta o palacsinta è una specialità culinaria ungherese.
Dolce tipico dell'area mitteleuropea, simile alla crêpe francese, ma priva del burro, i suoi ingredienti sono farinauovalatte e zucchero

I dolci piaceri di Ade/Pastella Palačinke (Republika Hrvatska)
Si servono arrotolate o ripiegate con ripieni di marmellate o cioccolata, spolverate di zucchero a velo, cacao o guarnite con panna.
Il dolce è particolarmente diffuso in Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Croazia (che ne rivendica l'origine), Romania, Serbia, e Slovacchia ecc., ma anche in Italia nella provincia di Trieste e nelle zone al confine con la Slovenia, le province di Gorizia e Udine, mantenendo con piccole eccezioni un nome analogo: palatschinke in tedesco, palačinka in ceco, plăcintă in rumeno che oggi indica, una sfogliata al formaggio o ai funghi, alla zucca o alle mele ecc.

L’etimologia di questo nome stabilisce che esso proviene dal latino "placenta", che vuol dire frittata, poi il nome è passato nel Medioevo in Romania, da lì, subendo deformazioni, in Ungheria, per infine tornare in Italia dopo ulteriori alterazioni passando per l'Austria (palatschinken).

La palacinta, crespella dolce, ma anche salata, è emblematica per la sua origine, che si perde nella notte dei tempi, e per la sua diffusione ed evoluzione.
Le prime notizie certe su questo dolce ci giungono da lapidarie iscrizioni romane risalenti al III sec. a.C., all'epoca in cui l'eco della bontà di questo cibo raggiunse il Lazio in seguito alle campagne di guerra che portarono alla conquista dell'Illiria e della Grecia, dove con il nome plakoùnta si indicava una focaccia.
La civiltà ellenica conosceva già, infatti, le proprietà nutritive di questa specialità, estremamente diffusa dalla penisola balcanica sino all'altopiano sarmatico, ovvero, in tutto quel mondo che noi oggi identifichiamo come abitato dalle popolazioni slave.
Proprio qui, pare essere nato questo semplice impasto di latte, uova, farina e grasso animale cotto su piastre roventi
Un procedimento attraverso il quale, le donne cuocevano in breve tempo una sorta di frittellone ovale da infarcire con miele e ripiegare in quattro parti.
Conosciuta dalle popolazioni nomadi come il "cibo degli dei", è celebre la leggenda che vuole la palacinta come dono delle divinità ai popoli delle steppe per rinvigorire il corpo dei guerrieri nelle lotte contro le tribù rivali.
Tuttavia, l'assunzione prima delle battaglie non era l'unico utilizzo della palacinta. Le donne erano solite cucinarla ai propri mariti per le proprietà afrodisiache, ben note sin dall'antichità.

Il vocabolo viene, quindi, ripreso dal latino placenta per indicare una focaccia dolce, tant’è che placentarius era il pasticciere.
Il termine, oltre a rimanere anche nell’italiano antico, viene esportato nelle province dell’Impero romano ed entra a far parte della lingua romena, nella quale ancora oggi esiste una pietanza chiamata plăcintă, da qui nel Regno d’Ungheria (che per un periodo di tempo comprendeva una parte della Romania) cambiando in palacsinta, una crêpe che si mangia ripiena con marmellata o cioccolato; ma ne esistono anche di salate, ripiene di prosciutto, funghi, formaggio bianco fra cui la famosa Hortobágyi palacsinta, riempita con carne macinata e una salsa a base di paprica.

Si deve proprio agli ungheresi, i cui domini comprendevano anche regioni oggi in Slovacchia, in Austria, in Croazia e in Serbia, la diffusione nell’Impero degli Asburgo di molti piatti: il gulasch (gulyás, in ungherese), la torta Dobos, il Rigó Jancsi, la gibanica e le palacinte che assunsero la grafia palacinka nelle lingue slave e palatschinke in Austria.
Così la palacinta entra nella terminologia e nella cucina veneto-dalmatica, triestina e goriziana, come pure nel dialetto friulano di Buia, radicandosi nelle tradizioni culinarie nostrane.
Nella vicina cucina slovena se ne trovano con il cioccolato, con la marmellata, con le noci, ripiene di riso o di tagliatelle, col formaggio e con la ricotta.
Nelle regioni danubiane esiste persino il pasticcio di palacinche a strati con verdure e la torta di palacinche.

La Palacinta, rappresenta una piccola parte che accomuna la vasta tradizione culinaria dell’Europa danubiana, ma anche l’antenata delle più moderne omelette, crêpe, panqueques, blinis, tortillas e crespelle.


In Croazia, le palačinke sono quasi insipide poiché si fa molto conto della farcitura: marmellata (prugne e albicocche le più frequenti) o cioccolato fondente, con annessa panna montata o gelato, il tutto cosparso di zucchero a velo e servito tiepido accanto a caffè turco e tè.


Nella zona dell'Istria, ancora molto sotto l’influenza austroungarica per quanto riguarda la cucina, si possono trovare palačinke più corpose nella pasta e meno abbondanti nella farcitura

Tra i dolci croati, troviamo a parte le Palačinke, lo Zagorski štrukli (pasta dolce del nord della Croazia), l'Uštipci (simile ai croissants), lo Savijača or štrudla (strudel ripieno di mele o formaggio fresco), l'Orehnjača (pane dolce alle noci), la Makovnjača (pane dolce ai semi di papavero), il Čupavci (dolce al cioccolato e cocco), la Rožata (budino di crema), le Kroštule e le Fritule (frittelle).

Fonti:
Wikipedia

I dolci piaceri di Ade/Palačinke (Republika Hrvatska)
I dolci piaceri di Ade/Palačinke (Republika Hrvatska)
I dolci piaceri di Ade/Palačinke (Republika Hrvatska)Palačinke (Republika Hrvatska)
(per una marea di Palačinke)

Ingredienti:
300 gr di farina 00
1-2 cucchiai scarsi di zucchero semolato
un pizzico di sale
un uovo
275 ml di latte intero fresco
220 ml di acqua frizzante
olio di semi per ungere la padella
confettura di albicocche q.b.
confettura di prugne q.b.
zucchero a velo per spolverare

Procedimento:
Mescolate la farina setacciata con il sale e lo zucchero. Aggiungete l'uovo, poi versate a filo il latte e l'acqua, aiutandovi con una frusta per omogeneizzare il tutto; la consistenza deve essere liquida, ma anche un po' densa.
Una volta pronto, passate il composto attraverso un colino, per eliminare eventuali grumi formati durante la preparazione e rendere la miscela, liscia e setosa. Fate riposare in frigorifero, coperto di pellicola per un'ora.

Ungete una padella antiaderente con poco olio e poi scaldatela. Versate con un mestolo la pastella (rimescolata bene), e poi subito inclinate e ruotate la padella in modo che il composto si distribuisca sul fondo rimanendo però in uno strato sottilissimo. Dorate le palačinke su ambo i lati e tenetele da parte coperte da un canovaccio pulito fino a terminare tutta la miscela.

Farcite con la marmellata, piegate ogni palačinka in quattro parti, spolverate con zucchero a velo e servite con o senza panna, con o senza gelato, con o senza caffè turco o tè.

I dolci piaceri di Ade/Palačinke (Republika Hrvatska)

With passion,
Ade

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