a M. che mi ama senza mettermi alla prova, che mi sopporta nei momenti No e
senza di cui non potrei vivere,
a S. che mi rende partecipe al suo
miracolo,
a Mo in cui compagna, il tempo ha
cambiato significato
alla mia famiglia che mi vuole bene al di
là del tempo, della distanza, delle differenze o delle idee,
a C. e M. che mi hanno aperto la loro
porta,
a coloro che mi sorprendono ed emozionano,
a coloro che non mi hanno mai fatto sentire il deserto, ma sempre i loro battiti,
a tutti coloro che rendono più bella e colorata la mia Vita…
a coloro che mi sorprendono ed emozionano,
a coloro che non mi hanno mai fatto sentire il deserto, ma sempre i loro battiti,
a tutti coloro che rendono più bella e colorata la mia Vita…
Thanksgiving Day (Il Giorno del
Ringraziamento, in italiano) è una festa di
origine cristiana celebrata negli Stati Uniti d'America (il
quarto giovedì di novembre)
e in Canada (il
secondo lunedì di ottobre)
in segno di gratitudine verso Dio per la raccolta e per quanto ricevuto durante
l'anno trascorso.
Questa storica tradizione, in origine
di derivazione religiosa, risale all'anno 1621.
Quando fu effettuato
il raccolto nel novembre 1623, William Bradford,
Governatore della Colonia fondata dai Padri
Pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts,
emise l'ordine:
'' Tutti voi Pellegrini, con le
vostre mogli e i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla
collina... per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per
tutte le sue benedizioni.''
|
I Padri Pellegrini, perseguitati in
patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero all'inizio del XVII
secolo di abbandonare l'Inghilterra e andare nel Nuovo Mondo,
l'attuale America del Nord.
Arrivarono sulle coste americane nel
1621, con l'inverno ormai alle porte, portando dall'Inghilterra dei semi di vari prodotti
che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori.
Per la natura del terreno e per il clima, la semina non produsse i frutti
necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la loro metà non
sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche
l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani, che indicarono
ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare (il granturco ed
i tacchini).
Dopo il duro lavoro degli inizi, i
Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza
ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono
alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità
aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori.
Nel menù di quel primo Ringraziamento
americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste, in particolare
il tacchino e la zucca,
insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca.
Nei secoli successivi, la tradizione
del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le tredici
colonie (i primi stati americani) non celebrarono
contemporaneamente il Giorno del ringraziamento fino all'ottobre del 1777, quando ne fu indetto
uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi a Saratoga nella guerra per l'Indipendenza.
Fu George
Washington, il primo presidente degli Stati Uniti
d'America, a dichiarare la festa per tutti gli stati nel 1789 proclamando una
giornata nazionale di ringraziamento. Molti risero dell'idea, a cominciare
da Thomas Jefferson, che da presidente non vi
diede alcun seguito. Ma a metà del XIX secolo il Thanksgiving era
diffuso nella maggior parte del territorio americano e osservato da tutti gli
strati sociali, dai ricchi ai meno benestanti.
Per questo giorno di festa, gli
americani preparano pranzi elaborati, il cui piatto principale è il tacchino
arrosto, ripieno, che viene offerto anche ai vicini di casa e alle persone meno
fortunate. Solitamente viene servito con la focaccia di granturco, wild rice
(riso selvatico), salsa di ossicocco (mirtillo palustre o cranberry), patate dolci
ecc.
Come dolci troviamo tutti i tipi di
pie: di zucca, mele, noci ecc.
(Fonte: Wikipedia)
A casa mia, il menù di oggi comprende:
al posto del tacchino, pollo con aglio, alloro e limone, contorno di fagiolini e
carote, e a sostituire le pie americane c’è lo strudel di mele (Wiener Apfelstrudel).
Augurando a tutti voi Happy
Thanksgiving, ecco le ricette:
Pollo all'Aglio, Alloro e Limone
(per 2-4 persone)
Ingredienti:
2 spicchi d'aglio, tritati
un rametto di alloro
pepe macinato fresco
sale
la scorza di 2 limoni bio
olio extravergine d'oliva
un pollo da circa 1 kg di agricoltura
biologica
spago (opzionale)
Procedimento:
Unite l'aglio, le foglie di alloro
spezzettate, il pepe, il sale, la scorza di limone e qualche cucchiaio d’olio
in una scodella e mescolate.
Massaggiate bene il pollo lavato, sia all’esterno che all’interno con il condimento sopra; poi mettete il pollo in una ciotola capiente o semplicemente in una busta di plastica spessa, cui farete un nodo e lasciate in frigo per tutta la notte.
Massaggiate bene il pollo lavato, sia all’esterno che all’interno con il condimento sopra; poi mettete il pollo in una ciotola capiente o semplicemente in una busta di plastica spessa, cui farete un nodo e lasciate in frigo per tutta la notte.
Adagiate il volatile in una teglia
(pirofila) unta con un filo d’olio e legate le cosce con spago.
Cuocete il pollo per 60 minuti a
200°, forno preriscaldato, voltandolo ogni 15 minuti, tappa fondamentale se
volete avere una carne cotta uniformemente e succosa.
Servite il pollo accompagnato da
qualche cucchiaio di salsa di cottura.
Contorno di Fagiolini e Carote
Ingredienti:
fagiolini freschi o surgelati q.b.
carote q.b.
olio extravergine d'oliva
uno spicchio d'aglio
sale
pepe macinato fresco
prezzemolo fresco tritato
Procedimento:
Nel caso in cui avete fagiolini
freschi, mondateli e lavateli bene, poi fateli bollire in acqua senza sale per
3 minuti, non aggiungendoli da subito ma solo quando l'acqua raggiungerà la temperatura
di ebollizione, poi scolateli.
Se i fagiolini sono invece surgelati,
non occorre il procedimento sopra descritto.
Pelate le carote e tagliatele a fettine
oblique.
In una padella, versate qualche
cucchiaio d’olio extravergine d'oliva, aggiungete l'aglio e appena l'olio è
caldo, unite le verdure, mescolando ogni tanto. Dopo 10 minuti, salate e pepate
e assaggiate per capire se le verdure sono cotte; se risultano ancora crude,
continuate la cottura per altri 5-10 minuti o finché saranno cotte, ma croccanti,
altrimenti spegnete la fiamma, aggiungete il prezzemolo tritato e servite.
Se il contorno sarà consumato in un
secondo momento, dopo che lo avrete scaldato, irrorate con un filo d’olio.
Lo Strudel (dal tedesco strudel
che significa vortice) è un dolce a pasta arrotolata o ripiena che può essere
dolce o salata.
Originario delle aree dell'Impero
Bizantino, dove ancora oggi si prepara il baklava,
i turchi lo importarono nelle zone dell'Ungheria sotto il loro dominio dove è
conosciuto come Almásrétes e di qui si è largamente diffuso con l’Impero austro-ungarico in tutto il
mondo a partire dalla metà del XIX secolo con
il nome di Strudel.
Quando si parla dello strudel, il
nostro pensiero vola al più famoso, Wiener Apfelstrudel, considerato simbolo
della cucina austriaca, ma esistono versioni anche in Bosnia ed Erzegovina, Svizzera,
Alsazia, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Croazia, Slovenia, Slovacchia,
Serbia ecc.
Anche in Italia, lo strudel viene per
lo più preparato nelle terre che un tempo erano sotto la dominazione
austro-ungarica, principalmente Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
La più antica ricetta dello strudel è
datata 1696, è scritta a mano e si può trovare presso Wienbibliothek im
Rathaus.
Oggi, per lo strudel di mele esistono
moltissime varianti, sia per quanto riguarda la pasta (frolla, con uovo, pasta
sfoglia) che per il ripieno (pere, albicocche, amarene, frutti di bosco, ma
anche verdure, crauti e salumi); la sfoglia originale però resta la migliore: sottile
(i pasticceri scherzano dicendo che la sfoglia deve essere così sottile da
poter leggere il giornale che c’è sotto la sfoglia), elastica, croccante e
leggera.
Gli ingredienti del ripieno classico sono:
mele, zucchero, cannella, uvetta, noci o pinoli.
Per servirlo, si usa generalmente
cospargerlo con abbondante zucchero a velo, ma si può anche accompagnare con gelato
alla vaniglia, panna montata, crema pasticcera o crema inglese.
Da bere: tè,
caffè o persino champagne.
(Fonte: Wikipedia)
Wiener Apfelstrudel/Austria
(per circa 12 persone)
Sfoglia:
215 gr di farina 00+un po’ per
infarinare la tovaglia
1/4 cucchiaino di sale
125 ml acqua tiepida (35°)
20 gr di olio extravergine d’oliva o di
semi
un cucchiaio di vino bianco
Ripieno:
730 gr di mele renette oppure Golden o con
la buccia giallo-rossa mondate e affettate non troppo sottili mescolate con il succo
di un limone, per impedirne l’ossidazione e un cucchiaio di cannella in polvere
50 gr di uva sultanina
2 cucchiai di rum
80 gr di burro
70 gr di pangrattato
80 gr di zucchero
zucchero a velo
Procedimento:
Mettete in una ciotola capiente, la farina setacciata
e il sale e fate in mezzo una fontana. Separatamente, mescolate insieme acqua, olio
e il vino, poi versate lentamente questa miscela nella fossetta creata e
iniziate a impastare.
Lavorate l’impasto possibilmente con le
dita per circa 20 minuti, gettandolo spesso con violenza sul ripiano. Quando la
pasta sarà diventata bella e liscia, ungetela con olio e fatela riposare per circa
30 minuti (meglio se tutta la notte).
Mentre l’impasto riposa, mettete a
bagno l’uvetta in acqua calda e rum.
In una padella, rosolate il pangrattato
con 40 gr di burro, in precedenza sciolto.
Dopo averla fatta riposare, cominciate
a stenderla con il mattarello sopra una tovaglia infarinata, dandogli la forma
di un rettangolo. Poi tiratela, facendo strisciare il dorso delle mani
infarinate tra la sfoglia e la tovaglia, partendo dal centro verso i bordi,
fino ad avere una sfoglia sottilissima, quasi trasparente (attenzione a non
romperla). Fate lo stesso con i bordi, che restano di solito un po’ più spessi.
Disponete il ripieno sulla pasta, lasciando
circa 3-4 cm di bordo libero, nel seguente ordine: burro sciolto, tenendo da
parte un po’ per la fine (usate le mani per ungere la sfoglia, poiché il pennello
rischierebbe di romperla), pangrattato, mele (mescolate solo all’ultimo momento
con lo zucchero, perché non rilascino liquidi) e l’uvetta, ben strizzata.
Per disporre le mele ci sono due
possibilità: su tutta la superficie della sfoglia tranne i bordi, oppure si fa
una striscia con tutte le mele all’inizio della parte stretta del rettangolo.
Io ho optato per il primo metodo.
Per chiudere lo strudel, piegate prima
i due bordi laterali, verso l’interno, poi sollevate delicatamente il bordo
della tovaglia e arrotolate la sfoglia senza toccarla con le mani, dopodiché fate
scivolare lo strudel sulla teglia del forno, coperta con carta da forno, assicurandosi
che la chiusura dello strudel sia sotto.
Per quello che riguarda la forma, lo
strudel si può lasciare così o gli si può dare la forma di ferro di cavallo,
facendo attenzione a non romperlo.
Ungetelo sempre con le mani, con burro
sciolto e infine infornate a 180°, forno preriscaldato, per 45-60 minuti.
Servite tiepido o freddo, spolverato di zucchero a velo.
È favoloso!
Note:
With passion,
Servite tiepido o freddo, spolverato di zucchero a velo.
È favoloso!
Note:
-so che a una prima lettura, la sfoglia tradizionale può sembrare difficile da stendere, ma vi assicuro che rispettando la ricetta e le indicazioni, il risultato è assicurato;
-lo strudel realizzato da me è abbastanza grande, volendo potete dimezzare le quantità o farne due più piccoli;
-se la quantità di mele vi sembra eccessiva (a me lo strudel piace ricco), diminuite leggermente il peso, diciamo di 130 gr. With passion,
Ade
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