La città che pensa in grande
Arriviamo a Warszawa (Varsavia) di sera e lei, la capitale ci offre un’immagine di grande splendore: edifici illuminati, moltissima gente per strada e decorazioni natalizie da lasciarti senza fiato.
Vista anche di giorno e con un freddo quasi polare, Warszawa non delude, una città bella e piacevole con grandi arterie e molti più grattacieli di quanto mi sarei aspettata, che ti fanno capire la voglia della città di diventare qualcosa di grande, e un centro storico davvero interessante anche se non è l’originale, poiché è stato tutto quanto distrutto dai tedeschi e successivamente minuziosamente ricostruito nel dopoguerra.
Davanti alla devastazione di Warszawa, Eisenhower commosso esclama:
''Ho visto molte città distrutte, ma da nessuna parte ho visto una simile distruzione''.
''Ho visto molte città distrutte, ma da nessuna parte ho visto una simile distruzione''.
La Città Vecchia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità
dall’Unesco nel 1980 e a discapito del nome che porta non è il quartiere più
antico di Warszawa; essa si sviluppa intorno a Piazza del Mercato,
Rynek Starego Miasta con un labirinto di vicoli e cortili, piazzette nascoste,
giardini, stradine acciottolate molto caratteristiche, come via Piwna, ricche
di statue e palazzi in stile neoclassico e barocco.
Raggiungendo la Piazza del Mercato,
tranquilla e dall’atmosfera accogliente, ci troviamo di fronte il Castello
Reale (Zamek Królewski), un maestoso edificio di mattoni rossi
interamente ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, e la Colonna di
Sigismondo (Kolumna Zygmunta), uno dei maggiori simboli della città di Warswaza,
eretta nel 1644 in
onore del re Sigismondo III Vasa dal figlio, Ladislao IV.
Nel 1918, il Castello divenne la sede del Presidente della
Polonia e negli anni Trenta, il sindaco Stefan Starzyński intraprese
lavori di restauro e mantenimento. Il castello si articola intorno a una
grande corte interna, un pentagono con tre lati ad angolo retto, due dei quali
danno sulla piazza del Castello. Su uno di essi si apre l'ingresso principale,
sormontato dalla "Torre di Sigismondo", mentre l'altro si collega al
primo tratto del settore orientale, verso la Vistola.
Il Castello venne dapprima distrutto parzialmente dalle bombe tedesche
durante l'invasione della Polonia del settembre 1939 e durante la rivolta di Warszawa.
Le sue rovine vennero fatte esplodere da ingegneri tedeschi nel settembre 1944
e non furono rimosse fino al 1971, anno in cui venne iniziata la ricostruzione.
Tutti gli ambienti interni vennero ricostruiti con le loro decorazioni
originarie e ospitano le opere d'arte e gli arredi nascosti alle autorità
naziste e salvati dalla distruzione.
Nel luglio 1974 tornò in servizio l'orologio della torre, all'ora esatta
a cui si era fermato al momento del bombardamento della Luftwaffe. Dieci anni
più tardi, il 31 agosto 1984, fu finalmente riaperto al pubblico.
Attualmente è sede di numerose mostre, temporanee e permanenti.
Attualmente è sede di numerose mostre, temporanee e permanenti.
Nella "Piazza del Castello Reale” è situato anche il
Palazzo Pod Blachą (Płac Pod Blachą), letteralmente "palazzo sotto la
lamina metallica".
Dalla piazza del Castello Reale si dipartono le vie che
percorrono la Città Vecchia in senso nord-sud: la via Piwna, già
menzionata, che nel XV secolo veniva chiamata la via di San Martino, dalla
chiesa omonima, e la via Świętojańska, che si dirige verso la piazza del
Mercato e sulla quale si affacciano la cattedrale di San Giovanni e la chiesa
gesuita di Santa Maria Misericordiosa.
La Chiesa di San Martino (Kościół Św. Marcina), era stata
originariamente costruita nel XV secolo e venne risistemata in stile barocco
tra il 1631 e il 1636 e nuovamente nel XVIII secolo su progetto del celebre
architetto Karol Bay.
La Cattedrale
di San Giovanni (Katedra Św. Jana), costruita come parrocchia divenne
nel 1406 chiesa collegiata e, dal 1798, cattedrale, è collegata direttamente
al Castello da una galleria coperta. All'interno ospita
un Crocefisso cinquecentesco, considerato miracoloso e la tomba degli
ultimi due duchi di Masovia; nella cripta è sepolto Gabriel Narutowicz, il
primo presidente della Polonia assassinato appena salito in carica.
La Chiesa di Santa Maria Misericordiosa (Kościół Matki Bozej Łaskawej) su via Świętojańska si trova a fianco della Cattedrale e fu costruita nel 1621 per i gesuiti.
La Strada Reale, Trakt królewski, è un’antica strada di Warszawa che da Piazza del Castello nella Città Vecchia conduce alla Castello di Wilanów (Pałac w Wilanowie), la seconda residenza reale estiva molto particolare e lussuosa, realizzata nel XVII secolo come dimora del re Giovanni III Sobieski è influenzata da numerosi stili architettonici, in primis il barocco italiano, restata miracolosamente solo sfiorata dagli orrori della devastazione. Meritano una menzione i sontuosi "Giardini Sassoni" (Ogród Saski), modellati sui giardini francesi di Versailles, risalenti agli inizi del XVIII secolo e diventati il primo parco pubblico aperto ai cittadini, costruito tra il XVII e il XVIII secolo, con 21 statue delle muse e delle virtù, l'orologio solare e una fontana costruita sul modello del tempio di Vesta di Tivoli.
La Chiesa di Santa Maria Misericordiosa (Kościół Matki Bozej Łaskawej) su via Świętojańska si trova a fianco della Cattedrale e fu costruita nel 1621 per i gesuiti.
La Strada Reale, Trakt królewski, è un’antica strada di Warszawa che da Piazza del Castello nella Città Vecchia conduce alla Castello di Wilanów (Pałac w Wilanowie), la seconda residenza reale estiva molto particolare e lussuosa, realizzata nel XVII secolo come dimora del re Giovanni III Sobieski è influenzata da numerosi stili architettonici, in primis il barocco italiano, restata miracolosamente solo sfiorata dagli orrori della devastazione. Meritano una menzione i sontuosi "Giardini Sassoni" (Ogród Saski), modellati sui giardini francesi di Versailles, risalenti agli inizi del XVIII secolo e diventati il primo parco pubblico aperto ai cittadini, costruito tra il XVII e il XVIII secolo, con 21 statue delle muse e delle virtù, l'orologio solare e una fontana costruita sul modello del tempio di Vesta di Tivoli.
La strada reale, lunga circa 4 chilometri, è formata da tre vie: Krakowskie
Przedmieście, Nowy Świat e Al. Ujazdowskie. Il primo tratto
è un grande viale alberato dove si trovano il "Palazzo del presidente
della repubblica", la chiesa neoclassica di Sant'Anna, il monumento al
poeta nazionale Adam Mickiewicz e la città universitaria. Qui abbiamo visto anche l’unica
macchina trabant, targata DDR.
Molto singolare la mostra fotografica, Freedom Express, che narra il percorso arduo dell'Europa dal 1939 al 1991.
Successivamente inizia la via Nowy Świat, una tra le strade più belle della città, meravigliosamente adornata
in questo periodo, costeggiata da palazzi e edifici della antica nobiltà, e
oggi pulsante di vita con i suoi numerosi ristoranti, caffè, negozi alla moda
ma anche chiese come la Chiesa della Santa Croce (Kościół Świętego Krzyża) che
ospita al suo interno, in un’urna, il cuore di Fryderyk Chopin, il figlio più
illustre della città che si esibì per la prima volta all’età di 8 anni.
A lui è dedicato un intero museo su una traversa della via principale che racconta la vita e le opere del celebre compositore e pianista. Tra le raccolte spiccano lettere e manoscritti originali, regali personali e l'ultimo pianoforte che il compositore locale suonò.
Una vera sorpresa è stata scoprire vicino al museo, un bellissimo negozio
che vende pianoforti.
Non manca un omaggio anche a Copernico e un orologio che ricorda la sua teoria.
Tra la Città Vecchia e la Città Nuova si trova la fortezza Barbacane (Barbakan), struttura difensiva a pianta semicircolare realizzata dall’architetto veneziano Giovanni Battista nel 1548, al posto di una porta più antica.
Nel periodo in cui abbiamo visitato Warszawa, nei pressi del Barbacane si svolgeva un mercatino di Natale, abbastanza modesto.
La Città Nuova, Nowe Miasto, costruita nel XIV secolo, si sviluppa intorno alle antiche mura della Città Vecchia ed è stata una città indipendente, con il proprio Municipio e la propria Piazza del Mercato (una delle più belle piazzette di tutta la Warszawa, allestita con un albero di Natale e un gigantesco orso che di sera racconta fiabe), fino al XVIII secolo, quando è stata incorporata con Warszawa. Non presenta le mura di cinta probabilmente perché è sempre stata abitata da gente povera. Vicino, su ul. Fleta 14, un negozio che vende ceramica tipica dipinta a mano, da dove ho acquistato una splendida teiera e tanti piccoli locali dove riscaldarsi con una tazza di vin brulé e botteghe invitanti.
A ovest della Città Vecchia si trova il quartiere Ebraico, Muranów, realizzato nel XVII secolo dall’architetto veneziano, Giuseppe Bellotti. Il suo nome lo deve all’isola veneta di Murano e qui, prima della seconda guerra mondiale abitava la più grande comunità ebraica d’Europa, seconda nel mondo solo a quella di New York, che contava circa 380 mila persone, il 30 per cento della popolazione complessiva di Warszawa. Poiché era un quartiere abitato dagli ebrei, nel 1940 i nazisti vi stabilirono il Grande Ghetto, isolato da un muro in mattoni alto 3 metri e ricoperto dal ferro spinato, di cui frammenti, vi si trovano tutt’oggi tra le case di ul. Sienna 55 e ul. Złota 62 e in ul. Waliców; agghiacciante anche il monumento "A coloro che caddero o furono uccisi nell'Est" e quello dedicato agli Eroi del Ghetto (Pomnik Bohaterów Getta).
Il 19 aprile del 1943 i sopravvissuti, si parla di sole 50 mila persone,
imbracciarono le armi e diedero vita a una rivolta: l’insurrezione andò avanti
per 3 settimane fino a quando gli aerei tedeschi rasero al suolo il ghetto.
Dopo la guerra al suo posto, vi è stato ricostruito un quartiere in stile
sovietico definito “il paradiso della classe lavoratrice”.
Tornando verso il centro della città, incontriamo il quartiere finanziario,
un quadrilatero compreso tra ul. Marszałkowska, Al. Jerozolimskie, Al.
Jana Pawła II e Al. Solidarności, dominato da uno dei simboli e punti di
riferimento di Warszawa, il Palazzo della
Cultura e della Scienza (Pałac Kultury i
Nauki) regalato da Stalin alla nazione polacca e costruito tra
il 1952 e il 1955, seguendo il modello di uno dei palazzi soprannominati “Le
Sette Sorelle” di Mosca. Lo stile è volutamente un mix fra l’architettura
socialista e quella statunitense dell’epoca.
Pare, infatti, che Stalin, avesse mandato in gran segreto negli USA i suoi
architetti e ingegneri per capire i segreti della costruzione dei grattacieli.
Con i suoi 230,5 metri di altezza e 42 piani, l’edificio è tuttora il più
imponente della capitale polacca e di tutto il Paese anche se la struttura, che
ospita sale per congressi, teatri, un cinema multisala, due musei, un'università, aree residenziali e uffici, non è molto amata dagli abitanti di Warszawa.
Dal Palazzo della Cultura e della Scienza potrete godere di un bellissimo
colpo d’occhio della città: al 30° piano, a 114 metri d’altezza, si trova
una terrazza panoramica che vi permetterà di far correre lo
sguardo lungo le sterminate pianure della Masovia.
Originariamente i grattacieli in progetto erano otto, numero che avrebbe
dovuto simboleggiare gli otto secoli della capitale (1147-1947); la torre
Zaryadye, progettata dall'architetto Dmitrij Nikolaevič
Čečulin, non fu però, mai costruita.
Un ottavo grattacielo
che richiama esplicitamente le forme dei primi sette fu invece realizzato tra
il 2001 e il 2005: si tratta del Palazzo di Trionfo, che fu per un certo tempo
il più alto d'Europa.
Nelle vicinanze, una strada zeppa di negozi decorata con tantissimi orsetti, di varie grandezze.
Nelle vicinanze, una strada zeppa di negozi decorata con tantissimi orsetti, di varie grandezze.
L’ultimo tra i quartieri visitati è il quartiere Praga che sorge sulla sponda destra del fiume
Vistola (Wisła) ed è l’insediamento più antico di Warszawa essendo incorporato
alla città alla fine del XVIII secolo.
La sensazione provata
è quella di fare ingresso in un'altra città: strade pulite e ben livellate, edifici
rimessi a nuovo sono sostituiti da strade sconnesse e facciate cadenti, palazzi trapanati di proiettili e gran
parte della popolazione che abita qui, appartiene alla classe operaia.
Nonostante la cruda verità dello spaccato di vita che offre, il quartiere
Praga è un luogo assolutamente imperdibile.
Oggi, la zona sta vivendo un lento processo di riqualificazione e di continua
crescita, molto amata dagli artisti che grazie ai bassi canoni di affitto e
attratti dagli affascinanti edifici risalenti a prima della seconda guerra mondiale, hanno iniziato a stabilirsi qui.
Nuove attività imprenditoriali compaiono e la schiera dei negozi e locali che
riescono ad affermarsi sta diventando sempre più nutrita.
(Fonti: Wikipedia, http://www.polonia.travel/it/)
Le altre città: Wrocław, Poznań e Toruń.
With passion,
Ade
(Fonti: Wikipedia, http://www.polonia.travel/it/)
Le altre città: Wrocław, Poznań e Toruń.
Seguirà...
With passion,
Ade
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