La Giornata
Internazionale della Donna si celebra come tutti gli anni l’8
marzo in tanti paesi del
mondo ponendo l’accento sui diritti e le conquiste sociali che le donne hanno
ottenuto nel corso degli ultimi decenni.
Per
ripercorrere un po’ la storia di questa giornata, dovete sapere che la prima festa della donna fu
organizzata dal Partito Socialista americano il 28 febbraio del 1909 e fu una
manifestazione in favore del diritto di voto femminile, ma fu
solo dal 1914 che la festa cominciò a essere celebrata l’8 marzo (probabilmente perché quell’anno
cadeva di domenica). Dal 1977, anche
grazie alle lotte del movimento femminista, la
festa internazionale della donna è diventata un evento promosso dalle Nazioni
Unite che quell’anno
invitarono tutti i paesi membri a celebrare la ricorrenza.
Negli anni
sono nate diverse storie, spesso prive di riscontro con la realtà, a proposito
delle origini della Giornata Internazionale della Donna, e questo anche a causa delle sue
alterne vicende e dell’interruzione durante la Seconda guerra mondiale. Per
esempio, e in molti credono questo, non è vero che la Giornata Internazionale
della Donna ricorda la morte di centinaia di operaie in una fabbrica di
camicie, peraltro inesistente, a New York l’8 marzo 1908; un incendio in una
fabbrica in città avvenne tre anni dopo in febbraio, vi morirono 146 persone,
molte operaie, ma la Giornata della Donna non trae origine da questo evento.
Così come non è vero che viene celebrata per ricordare la dura repressione di
una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York,
nel 1857.
Per
quest’occasione, ho scelto di
raccontarvi la storia di una delle più grandi attrici mai esistite,
nonché la mia attrice numero 1, Katharine Hepburn.
Katharine Houghton Hepburn nasce a Hartford, nel Connecticut, il 12 maggio 1907. Per molto tempo bara sulla sua età, levandosi un paio di anni e appropriandosi del compleanno di uno dei suoi cinque fratelli, morto suicida quando lei era molto piccola.
Il padre, Dr
Thomas Norval Hepburn, è un urologo, convinto sostenitore del controllo delle
nascite e della necessità di informare la gente sui rischi delle malattie
veneree, sua madre, Katharine Marie Houghton, una femminista a capo
dell’associazione statale delle suffragette.
Ai tempi del
College fa le prime apparizioni teatrali e nel
1928, a 21 anni, ottiene il diploma in Arte Drammatica, debuttando a Broadway
con "These Days". Quattro
anni più tardi viene considerata per la sua interpretazione di Antiope nel
dramma ''The
Warrior's Husband'' e firma
un contratto con la RKO Pictures di David Selznik, uno dei più potenti
produttori di Hollywood; per liberarsi di lui, gli chiede 1500 dollari
settimanali, cifra che superava di dieci volte la sua paga di allora.
Quando
arrivò a Hollywood, nel 1932, i
dirigenti della RKO la descrissero come una specie di ''incrocio tra
un cavallo e una scimmia'', ma
nello stesso anno avviene l'esordio nel cinema, in ''A
Bill of Divorcement'' di
George Cukor (il primo di una lunga serie con lui), occasione in cui si fa
notare per la grinta e la determinazione e ruba la scena a John Barrymore, il
protagonista maschile.
Con il volto
spigoloso, esile e altissima, affascinante con il suo modo di fare austero e
altezzoso, intraprendente e insopportabile, Katharine indossava solo pantaloni
e detestava le incursioni dei giornalisti nella sua vita privata, per cui negli anni Trenta era stata
soprannominata Katharine of Arrogance ed era vista come
“un’avvelenatrice di botteghini” perché i suoi film non incassavano abbastanza.
Nel 1933,
vince il suo primo Oscar per ''Morning
Glory'' (alla sua terza interpretazione) e anche così, secondo la RKO
non avrebbe avuto successo a causa di quel suo caratterino e le idee
progressiste.
E negli anni
Quaranta, in un momento in cui il ruolo della donna iniziava a essere
riconosciuto nella società americana, che Hepburn impone il suo modello
arrivando persino a schierarsi apertamente contro ''la caccia alle streghe'' nel mondo del cinema promossa dai senatori anticomunisti e rischiando in prima
persona incriminazioni per attività antiamericane.
Dopo essere
stata licenziata dalla RKO, nel
1940 interpreta Tracy Lord, l’ereditiera viziata di ''The Philadelphia Story'' di
George Cukor, brillante saggio di recitazione con
Cary Grant e James Stewart (tratto
dall’omonima opera teatrale che la stessa Hepburn aveva interpretato un anno
prima a Broadway).
Due anni
dopo, incontrò Spencer Tracy, sul set della ''Woman
of the Year'' di George Stevens. Lui era sposato, lei dal divorzio col
suo unico marito, un certo Ludlow Ogden Smith, con cui è stata insieme per sei
anni, vissuti per la maggior parte del tempo a distanza, aveva deciso di non
sposarsi mai più, ma aveva avuto, un breve rapporto con John Ford e una
movimentata storia di tre anni con il miliardario Howard Hughes, raccontata nel
film di Scorsese ''The Aviator''.
Prima di
girare con lei ''Woman of the Year'', Tracy
che ancora non la conosceva, se non di fama, disse "come faccio a recitare
con una donna che ha le unghie sporche, si veste da uomo e che probabilmente è
lesbica".
Comunque,
l'incontro tra Katharine Hepburn e Spencer Tracy non avviene per caso; è la Hepburn, che detiene i diritti
di scelta del protagonista maschile e appena lo vede gli dice:"Sono un po'
troppo alta per lei signor Tracy". Lui: "Non si preoccupi, la
sbatterò giù al mio livello, signorina Hepburn".
Iniziarono
una lunga e intensa relazione, nella vita e nel lavoro: fecero insieme 9 film, in cui duettavano e duellavano in
ormai leggendarie schermaglie verbali, ''Keeper
of the flame'' di Cukor, ''Without
Love'' di Harold S. Bucquet, ''The
Sea of Grass'' di Elia Kazan, ''State
of the Union'' di Frank
Capra, ''Adam's Rib'' di Cukor, ''Pat
and Mike'' di Cukor, ''The
Desk Set'' di Walter Lang e infine nel 1967, l’ultimo film di
Tracy, ''Guess
Who's Coming to Dinner'' di Stanley Kramer, un film che vale il suo secondo
premio Oscar e che è rimasto la memoria mondiale del rapporto tra lei e Tracy.
Per un quarto
di secolo, Mr Tracy e Mrs Hepburn rappresentano sullo schermo la guerra dei
sessi e l'intricatissimo conflitto uomo-donna nella società americana, ma i due
non si sposeranno mai perché come già detto, Tracy era già sposato e di fede
cattolica, con un figlio portatore di handicap e non volle mai divorziare
sebbene non vivesse più con la moglie. Anche la convivenza a quei tempi non era
un'opzione anche perché "il pubblico non avrebbe capito".
Della loro
unione Stanley Kramer, disse "due grandi persone legate da un fluido
misterioso che non oso neppure definire amore: sarebbe troppo banale".
Questa
storia d'amore e anche la collaborazione cinematografica tra i due titani,
durata 25 anni, sono al centro di un nuovo film che lo sceneggiatore, David
Rambo (CSI e Revolution) sta scrivendo. Ancora non si sa quali
saranno gli attori che interpreteranno le due star né il regista.
Negli anni
Cinquanta, la Hepburn
ci regala due grandi interpretazioni grazie a John Houston, con cui gira ''The
African Queen'' (1951) nella parte di Rose innamorata del burbero e
alcolizzato Humphrey Bogart, sulla
cui lavorazione lei scrisse il libro “The Making of The African
Queen or How I Went to Africa with Bogie, Bacall and Huston and Almost
Lost My Mind”, e a Joseph L.
Mankiewicz, che la dirige in ''Suddenly, Last Summer'', nel 1959,
dove la vediamo nei panni di Violet Venable, una madre ossessiva e inquietante, insieme a Elizabeth
Taylor e Montgomery Clift.
Negli anni
Sessanta, le
apparizioni sul set si diradano, ma con un pugno di film Mrs Hepburn riesce a collezionare
il terzo Oscar, per ''The Lion in Winter'' di Anthony
Harvey, nel 1968.
Negli anni
Settanta, compare in
soli quattro film, tra cui ''Love
Among the Ruins'', dove
litiga meravigliosamente con Laurence Olivier.
Nel 1981,
l'interpretazione dell'energica vecchietta sposata con Henry Fonda nel film ''On
Golden Pond'' di Mark Rydell, le assicura il quarto Oscar,
premio ricevuto anche da Henry Fonda.
La sua
ultima apparizione è del 1994 in ''Love
Affair'' di Glenn Gordon Caron, in
cui recita accanto a Warren Beatty e Annette Bening.
Dopo una
vecchiaia vissuta al riparo dai riflettori, circondata dai familiari e dagli
amici più stretti, Katharine
Hepburn muore il 29 giugno del 2003 nella sua abitazione nel Connecticut. Ha 96
anni.
''Non ho
paura di morire. Deve essere meraviglioso, come un lungo sonno'', aveva detto
una volta.
A tutti noi, lascia dopo 48 anni di carriera
(dal 1933 al 1981) in cui vince quattro premi Oscar e 12 nomination: ''Alice Adams'' (1935), ''The
Philadelphia Story'' (1940), ''Woman of the
Year'' (1942), ''The African Queen'' (1951), ''Summertime'' (1955), ''The
Rainmaker'' (1956), ''Suddenly, Last Summer'' (1959), ''Long
Day's Journey into Night'' (1962) su 44 film, ruoli memorabili di donne
modernissime, pazzerelle, indipendenti, che stregavano col fascino
dell'intelligenza.
In un'epoca
di donne convenzionali, la sua popolarità non è legata a un’ideale immediato e
canonico di bellezza; al cinema, in teatro, in tv, era stata versatile,
bizzarra, brillante, con l’inconfondibile voce che lei stessa aveva
definito ''un incrocio tra Paperino e uno Stradivari'' e faticò molto per ottenere successo,
sacrificando la sua vita privata, come raccontò in una delle poche
interviste rilasciate durante la sua carriera (nel 1991, a Barbara Walters della
ABC), quando disse di ''aver vissuto come un uomo''.
Fuori dalla
scena, non usava un filo di trucco, un gioiello, un profumo, non aveva in
guardaroba neppure una gonna e indossava solo scarpe da ginnastica.
Le stranezze
di Katharine: si faceva
chiamare Jimmy, arrivava sul set sempre in compagnia di un'amica, portava i
rossi capelli corti, faceva ogni giorno venti vasche in una piscina di acqua
non riscaldata, e la cosa le venne utile a 74 anni quando girò senza
controfigura la scena del salvataggio di Henry Fonda nelle acque gelate
del Lago dorato, e, soprattutto, era più intelligente e colta di quasi
tutto il mondo del cinema.
Per
riassumere quanto scritto sopra, mi avvalgo della frase, che Frank Capra aveva usato per
caratterizzarla: "Ci sono donne e donne, e poi c'è Kate. Ci sono attrici e
attrici, e poi c'è la Hepburn".
La ricetta
che vi riporto oggi, appartiene proprio a lei, a Katharine Hepburn e narra
così: lots of butter, lots of sugar, and only a tiny bit of flour.
Questi, gli ingredienti e in
particolare la piccola quantità di farina, sono il segreto di Katharine per
ottenere dei brownies strepitosi.
A quanto sembrerebbe, una versione di questa ricetta
compare insieme ad una intervista rilasciata dall’attrice nell’agosto 1975 nel
''The Ladies' Home Journal''.
Più tardi,
per la precisione, nel luglio
del 2003, in una lettera indirizzata al New York Times, la vicina di New York
di Katharine Hepburn, Heather Henderson, ricorda l’incontro memorabile con la
famosa diva, avvenuto perché,
in un’epistola stavolta scritta a lei da parte del padre di Heather, egli gli
chiedeva se potesse parlare con sua figlia riguardo alla decisione di
abbandonare gli studi. Inizia così una serie d’incontri tra Katharine e la
famiglia Henderson.
Un giorno, il padre di Heather, sentendo che Katharine era stata
implicata in un accidente di macchina, passa a casa sua portandogli una teglia
di brownies. Dopo la prova
dell’assaggio, Katharine esclamò: ''Too much flour! And don’t overbake them!
They should be moist, not cakey!''
E fu così
che il papà di Heather entrò in possesso della ricetta di Katharine.
Ancora oggi, Heather ricorda le tre
preziosissime lezioni imparate dalla famosa attrice:
Never quit.
Be yourself.
Don’t put
too much flour in your brownies.
Katharine Hepburn’s Brownies/Giornata Internazionale della Donna
(per una
teglia dalle dimensioni di 26x18 cm)
Ingredienti:
65 gr di
cioccolato fondente di qualità con 70% cacao
115 gr di
burro
150-200 gr
di zucchero semolato (secondo i vostri gusti)
2 uova grandi
un
cucchiaino di estratto di vaniglia
80 gr di
gherigli di noci tostati e tagliati grossolanamente
35 gr di
farina 00
un pizzico
di sale
Procedimento:
In una
terrina, a bagnomaria, sciogliete insieme il cioccolato e il burro, poi fate
intiepidire. Unite lo zucchero e mescolate. Aggiungete uno per volta, le uova e
mescolate solamente il tempo necessario perché esse si amalgamino nella miscela
di cioccolato, burro e zucchero. Inserite la vaniglia e le noci tritate, un’altra
mescolata e in fine la farina setacciata e il sale. Girate bene il tutto per
avere un composto omogeneo che andrete a versare nella teglia imburrata e
spolverata di cacao. Cuocete in forno caldo, per 20-30 minuti, a 160°,
dopodiché lasciate raffreddare e tagliate a quadrotti.
Note:
-la prima
ricetta prevedeva al posto del cioccolato, 60 gr di cacao amaro, per cui
scegliete cosa vi piace di più;
-non
cuoceteli troppo, perché all’interno devono restare umidi;
-se
scuriscono troppo durante la cottura, coprite la teglia con un foglio di
alluminio;
-non usate
il lievito, perché la particolarità dei brownies è che devono essere densi e
non soffici;
se li volete
comunque un po’ più soffici, provate il seguente metodo: sbattete bene le uova
con lo zucchero, aggiungete poi a filo il cioccolato sciolto insieme al burro,
intiepiditi, poi continuate come descritto nel procedimento sopra.
Fonti:
http://www.ilpost.it/2015/03/08/giornata-internazionale-della-donna-2015/
http://thepoly.org/whats-on/salon-du-cinema/katharine-hepburn/
http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/katharine-hepburn/180626
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/02/18/news/katharine_hepburn_e_spencer_tracy_un_amore_da_grande_schermo-78924825/
http://www.ilpost.it/2013/06/29/katharine-hepburn/
http://it.wikipedia.org/wiki/Katharine_Hepburn
http://www.pbs.org/food/the-history-kitchen/katharine-hepburn-brownie-recipe/
Fonti:
http://www.ilpost.it/2015/03/08/giornata-internazionale-della-donna-2015/
http://thepoly.org/whats-on/salon-du-cinema/katharine-hepburn/
http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/katharine-hepburn/180626
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/02/18/news/katharine_hepburn_e_spencer_tracy_un_amore_da_grande_schermo-78924825/
http://www.ilpost.it/2013/06/29/katharine-hepburn/
http://it.wikipedia.org/wiki/Katharine_Hepburn
http://www.pbs.org/food/the-history-kitchen/katharine-hepburn-brownie-recipe/
With passion,
Ade
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