Sunday 8 March 2015

Katharine Hepburn’s Brownies/Giornata Internazionale della Donna

La Giornata Internazionale della Donna si celebra come tutti gli anni l’8 marzo in tanti paesi del mondo ponendo l’accento sui diritti e le conquiste sociali che le donne hanno ottenuto nel corso degli ultimi decenni.
Per ripercorrere un po’ la storia di questa giornata, dovete sapere che la prima festa della donna fu organizzata dal Partito Socialista americano il 28 febbraio del 1909 e fu una manifestazione in favore del diritto di voto femminile, ma fu solo dal 1914 che la festa cominciò a essere celebrata l’8 marzo (probabilmente perché quell’anno cadeva di domenica). Dal 1977, anche grazie alle lotte del movimento femminista, la festa internazionale della donna è diventata un evento promosso dalle Nazioni Unite che quell’anno invitarono tutti i paesi membri a celebrare la ricorrenza.

Negli anni sono nate diverse storie, spesso prive di riscontro con la realtà, a proposito delle origini della Giornata Internazionale della Donna, e questo anche a causa delle sue alterne vicende e dell’interruzione durante la Seconda guerra mondiale. Per esempio, e in molti credono questo, non è vero che la Giornata Internazionale della Donna ricorda la morte di centinaia di operaie in una fabbrica di camicie, peraltro inesistente, a New York l’8 marzo 1908; un incendio in una fabbrica in città avvenne tre anni dopo in febbraio, vi morirono 146 persone, molte operaie, ma la Giornata della Donna non trae origine da questo evento. Così come non è vero che viene celebrata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York, nel 1857.

Per quest’occasione, ho scelto di raccontarvi la storia di una delle più grandi attrici mai esistite, nonché la mia attrice numero 1, Katharine Hepburn.

I dolci piaceri di Ade/Katharine Hepburn





Katharine Houghton Hepburn nasce a Hartford, nel Connecticut, il 12 maggio 1907. Per molto tempo bara sulla sua età, levandosi un paio di anni e appropriandosi del compleanno di uno dei suoi cinque fratelli, morto suicida quando lei era molto piccola.
Il padre, Dr Thomas Norval Hepburn, è un urologo, convinto sostenitore del controllo delle nascite e della necessità di informare la gente sui rischi delle malattie veneree, sua madre, Katharine Marie Houghton, una femminista a capo dell’associazione statale delle suffragette. 

Ai tempi del College fa le prime apparizioni teatrali e nel 1928, a 21 anni, ottiene il diploma in Arte Drammatica, debuttando a Broadway con "These Days". Quattro anni più tardi viene considerata per la sua interpretazione di Antiope nel dramma ''The Warrior's Husband'' e firma un contratto con la RKO Pictures di David Selznik, uno dei più potenti produttori di Hollywood; per liberarsi di lui, gli chiede 1500 dollari settimanali, cifra che superava di dieci volte la sua paga di allora.

Quando arrivò a Hollywood, nel 1932, i dirigenti della RKO la descrissero come una specie di ''incrocio tra un cavallo e una scimmia'', ma nello stesso anno avviene l'esordio nel cinema, in ''A Bill of Divorcement'' di George Cukor (il primo di una lunga serie con lui), occasione in cui si fa notare per la grinta e la determinazione e ruba la scena a John Barrymore, il protagonista maschile.

Con il volto spigoloso, esile e altissima, affascinante con il suo modo di fare austero e altezzoso, intraprendente e insopportabile, Katharine indossava solo pantaloni e detestava le incursioni dei giornalisti nella sua vita privata, per cui negli anni Trenta era stata soprannominata Katharine of Arrogance ed era vista come “un’avvelenatrice di botteghini” perché i suoi film non incassavano abbastanza.

Nel 1933, vince il suo primo Oscar per ''Morning Glory'' (alla sua terza interpretazione) e anche così, secondo la RKO non avrebbe avuto successo a causa di quel suo caratterino e le idee progressiste. 

E negli anni Quaranta, in un momento in cui il ruolo della donna iniziava a essere riconosciuto nella società americana, che Hepburn impone il suo modello arrivando persino a schierarsi apertamente contro ''la caccia alle streghe'' nel mondo del cinema promossa dai senatori anticomunisti e rischiando in prima persona incriminazioni per attività antiamericane.

Dopo essere stata licenziata dalla RKO, nel 1940 interpreta Tracy Lord, l’ereditiera viziata di ''The Philadelphia Story'' di George Cukor, brillante saggio di recitazione con Cary Grant e James Stewart (tratto dall’omonima opera teatrale che la stessa Hepburn aveva interpretato un anno prima a Broadway).

Due anni dopo, incontrò Spencer Tracy, sul set della ''Woman of the Year'' di George Stevens. Lui era sposato, lei dal divorzio col suo unico marito, un certo Ludlow Ogden Smith, con cui è stata insieme per sei anni, vissuti per la maggior parte del tempo a distanza, aveva deciso di non sposarsi mai più, ma aveva avuto, un breve rapporto con John Ford e una movimentata storia di tre anni con il miliardario Howard Hughes, raccontata nel film di Scorsese ''The Aviator''.

Prima di girare con lei ''Woman of the Year'', Tracy che ancora non la conosceva, se non di fama, disse "come faccio a recitare con una donna che ha le unghie sporche, si veste da uomo e che probabilmente è lesbica".
Comunque, l'incontro tra Katharine Hepburn e Spencer Tracy non avviene per caso; è la Hepburn, che detiene i diritti di scelta del protagonista maschile e appena lo vede gli dice:"Sono un po' troppo alta per lei signor Tracy". Lui: "Non si preoccupi, la sbatterò giù al mio livello, signorina Hepburn".

Iniziarono una lunga e intensa relazione, nella vita e nel lavoro: fecero insieme 9 film, in cui duettavano e duellavano in ormai leggendarie schermaglie verbali, ''Keeper of the flame'' di Cukor, ''Without Love'' di Harold S. Bucquet, ''The Sea of Grass'' di Elia Kazan, ''State of the Union'' di Frank Capra, ''Adam's Rib'' di Cukor, ''Pat and Mike'' di Cukor, ''The Desk Set'' di Walter Lang e infine nel 1967, l’ultimo film di Tracy, ''Guess Who's Coming to Dinner'' di Stanley Kramer, un film che vale il suo secondo premio Oscar e che è rimasto la memoria mondiale del rapporto tra lei e Tracy.
Per un quarto di secolo, Mr Tracy e Mrs Hepburn rappresentano sullo schermo la guerra dei sessi e l'intricatissimo conflitto uomo-donna nella società americana, ma i due non si sposeranno mai perché come già detto, Tracy era già sposato e di fede cattolica, con un figlio portatore di handicap e non volle mai divorziare sebbene non vivesse più con la moglie. Anche la convivenza a quei tempi non era un'opzione anche perché "il pubblico non avrebbe capito".
Della loro unione Stanley Kramer, disse "due grandi persone legate da un fluido misterioso che non oso neppure definire amore: sarebbe troppo banale".

Questa storia d'amore e anche la collaborazione cinematografica tra i due titani, durata 25 anni, sono al centro di un nuovo film che lo sceneggiatore, David Rambo (CSI e Revolution) sta scrivendo. Ancora non si sa quali saranno gli attori che interpreteranno le due star né il regista.

Negli anni Cinquanta, la Hepburn ci regala due grandi interpretazioni grazie a John Houston, con cui gira ''The African Queen'' (1951) nella parte di Rose innamorata del burbero e alcolizzato Humphrey Bogart, sulla cui lavorazione lei scrisse il libro “The Making of The African Queen or How I Went to Africa with Bogie, Bacall and Huston and Almost Lost My Mind”, e a Joseph L. Mankiewicz, che la dirige in ''Suddenly, Last Summer'', nel 1959, dove la vediamo nei panni di Violet Venable, una madre ossessiva e inquietante, insieme a Elizabeth Taylor e Montgomery Clift.

Negli anni Sessanta, le apparizioni sul set si diradano, ma con un pugno di film Mrs Hepburn riesce a collezionare il terzo Oscar, per ''The Lion in Winter'' di Anthony Harvey, nel 1968.
Negli anni Settanta, compare in soli quattro film, tra cui ''Love Among the Ruins'', dove litiga meravigliosamente con Laurence Olivier. 
Nel 1981, l'interpretazione dell'energica vecchietta sposata con Henry Fonda nel film ''On Golden Pond'' di Mark Rydell, le assicura il quarto Oscar, premio ricevuto anche da Henry Fonda.
La sua ultima apparizione è del 1994 in ''Love Affair'' di Glenn Gordon Caron, in cui recita accanto a Warren Beatty e Annette Bening. 

Dopo una vecchiaia vissuta al riparo dai riflettori, circondata dai familiari e dagli amici più stretti, Katharine Hepburn muore il 29 giugno del 2003 nella sua abitazione nel Connecticut. Ha 96 anni.
''Non ho paura di morire. Deve essere meraviglioso, come un lungo sonno'', aveva detto una volta.

A tutti noi, lascia dopo 48 anni di carriera (dal 1933 al 1981) in cui vince quattro premi Oscar e 12 nomination: ''Alice Adams'' (1935), ''The Philadelphia Story'' (1940), ''Woman of the Year'' (1942), ''The African Queen'' (1951), ''Summertime'' (1955), ''The Rainmaker'' (1956), ''Suddenly, Last Summer'' (1959), ''Long Day's Journey into Night'' (1962) su 44 film, ruoli memorabili di donne modernissime, pazzerelle, indipendenti, che stregavano col fascino dell'intelligenza.
In un'epoca di donne convenzionali, la sua popolarità non è legata a un’ideale immediato e canonico di bellezza; al cinema, in teatro, in tv, era stata versatile, bizzarra, brillante, con l’inconfondibile voce che lei stessa aveva definito ''un incrocio tra Paperino e uno Stradivari'' e faticò molto per ottenere successo, sacrificando la sua vita privata, come raccontò in una delle poche interviste rilasciate durante la sua carriera (nel 1991, a Barbara Walters della ABC), quando disse di ''aver vissuto come un uomo''.
Fuori dalla scena, non usava un filo di trucco, un gioiello, un profumo, non aveva in guardaroba neppure una gonna e indossava solo scarpe da ginnastica.
Le stranezze di Katharine: si faceva chiamare Jimmy, arrivava sul set sempre in compagnia di un'amica, portava i rossi capelli corti, faceva ogni giorno venti vasche in una piscina di acqua non riscaldata, e la cosa le venne utile a 74 anni quando girò senza controfigura la scena del salvataggio di Henry Fonda nelle acque gelate del Lago dorato, e, soprattutto, era più intelligente e colta di quasi tutto il mondo del cinema.
Per riassumere quanto scritto sopra, mi avvalgo della frase, che Frank Capra aveva usato per caratterizzarla: "Ci sono donne e donne, e poi c'è Kate. Ci sono attrici e attrici, e poi c'è la Hepburn".

La ricetta che vi riporto oggi, appartiene proprio a lei, a Katharine Hepburn e narra così: lots of butter, lots of sugar, and only a tiny bit of flour. 
Questi, gli ingredienti e in particolare la piccola quantità di farina, sono il segreto di Katharine per ottenere dei brownies strepitosi.

A quanto sembrerebbe, una versione di questa ricetta compare insieme ad una intervista rilasciata dall’attrice nell’agosto 1975 nel ''The Ladies' Home Journal''.
Più tardi, per la precisione, nel luglio del 2003, in una lettera indirizzata al New York Times, la vicina di New York di Katharine Hepburn, Heather Henderson, ricorda l’incontro memorabile con la famosa diva, avvenuto perché, in un’epistola stavolta scritta a lei da parte del padre di Heather, egli gli chiedeva se potesse parlare con sua figlia riguardo alla decisione di abbandonare gli studi. Inizia così una serie d’incontri tra Katharine e la famiglia Henderson.
Un giorno, il padre di Heather, sentendo che Katharine era stata implicata in un accidente di macchina, passa a casa sua portandogli una teglia di brownies. Dopo la prova dell’assaggio, Katharine esclamò: ''Too much flour! And don’t overbake them! They should be moist, not cakey!''
E fu così che il papà di Heather entrò in possesso della ricetta di Katharine. 
Ancora oggi, Heather ricorda le tre preziosissime lezioni imparate dalla famosa attrice:
Never quit.
Be yourself.
Don’t put too much flour in your brownies.

I dolci piaceri di Ade/Katharine Hepburn’s Brownies/Giornata Internazionale della Donna

Katharine Hepburn’s Brownies/Giornata Internazionale della Donna
(per una teglia dalle dimensioni di 26x18 cm)

Ingredienti:
65 gr di cioccolato fondente di qualità con 70% cacao
115 gr di burro
150-200 gr di zucchero semolato (secondo i vostri  gusti)
2 uova grandi
un cucchiaino di estratto di vaniglia
80 gr di gherigli di noci tostati e tagliati grossolanamente
35 gr di farina 00
un pizzico di sale

Procedimento:
In una terrina, a bagnomaria, sciogliete insieme il cioccolato e il burro, poi fate intiepidire. Unite lo zucchero e mescolate. Aggiungete uno per volta, le uova e mescolate solamente il tempo necessario perché esse si amalgamino nella miscela di cioccolato, burro e zucchero. Inserite la vaniglia e le noci tritate, un’altra mescolata e in fine la farina setacciata e il sale. Girate bene il tutto per avere un composto omogeneo che andrete a versare nella teglia imburrata e spolverata di cacao. Cuocete in forno caldo, per 20-30 minuti, a 160°, dopodiché lasciate raffreddare e tagliate a quadrotti.

Note:
-la prima ricetta prevedeva al posto del cioccolato, 60 gr di cacao amaro, per cui scegliete cosa vi piace di più;
-non cuoceteli troppo, perché all’interno devono restare umidi;
-se scuriscono troppo durante la cottura, coprite la teglia con un foglio di alluminio;
-non usate il lievito, perché la particolarità dei brownies è che devono essere densi e non soffici;
With passion,
Ade

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