I Kaffeehaus di Vienna, molto più che locali
per prendere un caffè, sono famosi in tutto il mondo e qualcuno ha detto che ''bere il caffè'' sia il principale sport al coperto, praticato dagli austriaci.
Stando alla versione più probabile, il
primo caffè viennese fu aperto nel 1685, quando l'armeno Johannes Diodato,
residente a Vienna, ottenne dall'imperatore Leopoldo I, la licenza di aprire un
locale per il caffè turco.
Secondo la leggenda popolare invece, questa
abitudine avrebbe origine, due anni prima, nel 1683, quando i Turchi, sconfitti alle
porte di Vienna, nella ritirata, abbandonarono sul campo di battaglia 500
sacchi contenenti strani e scuri grani, di cui i viennesi ignoravano l’impiego,
pensandosi
fosse cibo per i cammelli.
L'enigma fu chiarito da Georg Franz
Kolschitzky o, meglio, Jerzy Franciszek Kulczycki, ufficiale polacco, che,
conoscendo la lingua e le usanze turche, spiegò che con la polvere di questi
misteriosi chicchi, i turchi preparavano una bevanda scura e aromatica che
degustavano più volte al giorno.
Con questi 500 sacchi, Kolschitzky aprì, sulla
strada del Danubio, la prima Kaffeehaus (''bottega del caffè'') della storia
viennese, chiamata, ''Hof zur Blauen Flasche'' (''La casa della Bottiglia Blu'') e così
l’usanza del caffè, già conosciuta in altre città europee, assume una particolare
influenza nella vita pubblica della città.
Negli anni, Kolschitzky è diventato un eroe
nazionale e un simbolo, tanto che l’associazione dei caffè viennesi, nel
bicentenario della battaglia gli dedicò la statua nella via omonima (opera
dello scultore Emanuel Pendl, 1885), e fino a qualche tempo fa, a ottobre c’era
una sagra del caffè in suo onore.
Nacquero dunque, numerosi caffè per tutte
le classi sociali con arredamento, originariamente molto semplice, che durante
il periodo Biedermeier, lasciò il posto allo sfarzo di ricchi allestimenti.
In
questo periodo, furono introdotti anche vari giochi di società come le carte,
il biliardo e gli scacchi e una ricca scelta di quotidiani e riviste.
A partire dalla seconda metà del '800,
letterati ed artisti divennero assidui frequentatori di questi locali.
''Nei
caffè vi sono persone che vogliono restare sole, ma che per esserlo hanno
bisogno di compagnia.''
(Alfred Polgar)
Fu così che si inventò l’arte di perdere
tempo che è entrata nel costume della città, perché: "Gott gab uns die
Zeit, von der Eile hat er nicht gesprochen" ovvero, "Dio ci diede il
tempo, ma della fretta non ha parlato".
Per quanto riguarda il caffè, inteso come
bevanda, esso doveva essere ''nero come la notte, dolce come l’amore e ardente
come l’inferno'', così come nelle usanze arabe.
Col passare del tempo, i viennesi
inventarono una cinquantina di modi per prepararlo e gustarlo, tra cui:
-Schwarzer (o Mokka), caffè nero, corto
(Kleiner) o lungo (Großer),
-Melange, il classico caffellatte viennese,
composto da due parti uguali: 1/2 latte, 1/2 caffè (con la versione più
leggera, il Verkehrter (sbagliato), con 1/3 di caffè e 2/3 di latte e la
versione imperiale, il Kaisermelange, con tuorlo d’uovo, miele e brandy o
cognac),
-Brauner, il macchiato, in versione corta
(Kleiner) o lunga (Großer),
-Kapuziner, caffè con l’aggiunta di panna, Franziskaner, un melange con l’aggiunta
di panna,
-Fiaker, letteralmente carrozzella, il
caffè del cocchiere, lungo, con poco zucchero e un goccio di acquavite di
prugna oppure rum, Einspänner, letteralmente calesse, corto, con panna; entrambi
serviti in un bicchiere di vetro con un grande manico, da tenere con una sola
mano, mentre con l’altra si impugnano le redini,
-Kosakenkaffee, ovvero il caffè dei
cosacchi, servito in bicchiere, con zucchero liquido, vino rosso e vodka,
-Pharisäer, letteralmente fariseo, caffè
con rum, panna e una spolverata di cacao, pare discenda da una tradizione della
Frisia settentrionale,
-Intermezzo, caffè corto con cioccolata calda,
crema di cacao e panna, servito con cioccolatino e chicco di caffè,
-Türkischer, come lo dice anche il nome, caffè
turco, non filtrato, a volte accompagnato con il Lokum, il caratteristico
pasticcino turco,
-Verlängerter, versione
"allungata" di un Brauner, diluito con acqua e servito con latte
invece che con panna.
In ogni caffè viennese che si rispetti,
accanto alla tazza/bicchiere di caffè, viene servito un bicchiere d'acqua.
Per quello che riguarda i caffè più belli,
la rete (perché io non ci sono ancora stata), suggerisce: il Café Central,
un’istituzione cittadina e Patrimonio Unesco, il Café Landtmann, in piedi da
125 anni, Café Mozart, che risale alla fine del '700 e che ha visto sedersi tra
i suoi tavolini i principali artisti dell’epoca, il Café Museum, dove veniva
persino il famoso Gustav Klimt, il Griensteidl, aperto in 1847 da Heinrich
Griensteidl, ex farmacista è il famosissimo Café Sacher, conosciuto in tutto il
mondo per la torta di cioccolato e confettura di albicocche, molto turistico, ma
sempre affascinante.
Il caffe che vi offro oggi, si chiama Maria
Theresia e prende il nome dall’omonima imperatrice austriaca, che fece di Vienna una grande capitale culturale, meta di
intellettuali e artisti.
Kaffee Maria Theresia/Republik Österreich
(per 1-2 persone)
Ingredienti:
3 cucchiai di Cointreau
un cucchiaio di zucchero semolato
225 ml di caffè forte
panna montata q.b.
scorza d’arancia a striscioline (io ho
usato il riga agrumi)
Procedimento:
Riempite il bicchiere con acqua bollente e
lasciatelo così, per 3 minuti, dopodiché svuotatelo.
Versate il liquore nel bicchiere, sopra
aggiungete lo zucchero e mescolate per far sciogliere quest’ultimo.
Unite il caffè, date un’ultima mescolata e
servite, decorando la superficie con panna montata e la scorza d’arancia;
accanto, mettete un bicchiere d’acqua.
Fonti:
With passion,
Ade
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