Il secondo
appuntamento con il cinema su I dolci piaceri di Ade.
Come sempre, per la
recensione mi sono affidata a Lui con qualche intervento qua e là, da parte mia.
Oggi, "A Beautiful Mind" (2002 - Premio Oscar Miglior film a Brian Grazer e Ron Howard, Migliore regia a Ron Howard, Miglior
attrice non protagonista a Jennifer Connelly, Migliore
sceneggiatura non originale a Akiva Goldsman, Golden Globe ecc.) diretto da Ron Howard, che
vede nel ruolo principale Russell Crowe nei panni del matematico,
nonché premio Nobel per l’economia nel 1994, John Nash, un
protagonista "eccentricamente folle", geniale e al contempo inerme di
fronte alla sua malattia, una forma di schizofrenia degenerativa.
La storia è molto
affascinante perché ispirata alla vita del matematico che studiò per anni il
modo di trovare un’idea originale per applicare le sue formule e ci riesce in una
tesi di dottorato di sole 27 pagine, dove espone geniali intuizioni fondamentali
sullo sviluppo della "teoria dei giochi'', facendo così diventare superate le
teorie economiche di Adam Smith.
Impossibile per lui
inserirsi in un contesto sociale, in quanto forse la realtà in cui viveva non
era sufficiente, al punto da crearsene una sua, alla fine guadagna il rispetto
dei suoi colleghi e mantiene un rapporto con sua moglie che l’ha sempre
accompagnato.
Brillante, deve
riconoscere le proprie fantasie, capire di non poterle combattere e trovare il
modo di conviverci.
Un Russell Crowe
molto diverso da come lo ricordiamo in film come "Il gladiatore",
dimesso, semplice, solitario e sopra le righe o sotto, dipende da come lo si
vuole vedere.
Un'interpretazione
difficile ma che riesce a impersonare in modo magistrale, dimostrando tutta la
sua completezza come attore.
Una storia
complessa e non d’immediata comprensione alla prima visione, poiché emergono
elementi nuovi e caratterizzanti sia dei personaggi che della storia stessa.
La ricetta è più
che altro un’idea semplice e nel film è presente in una delle ultime scene,
ambientata all’università di Princeton, quando uno studente, riconoscendo il
matematico, gli chiede di mostrargli la sua teoria, e proprio all’inizio
della spiegazione Nash offre al ragazzo un sandwich, dicendogli che la moglie
adora la maionese.
E una piccola
curiosità: sapevate che questo tipo di panino prende il nome da John
Montagu, IV Conte di Sandwich? Io, no!
Alcune fonti dicono
che il conte era così appassionato di carte (ma anche golf) che non vi si
distoglieva neanche per recarsi nella sala da pranzo, ma preferiva consumare il
suo pasto lì. Fu in una di queste occasioni che si pensò di coprire le tartine
servite, con una fetta di pane sopra in modo da poterle gustare direttamente
con le mani senza sporcarsele, e senza l’ausilio di piatto e posate.
I suoi biografi affermano che non sarebbe corretto: è però
alquanto probabile che il panino fosse un modo per mangiare senza allontanarsi
dalla scrivania, dato che in quel periodo, verso la metà degli anni '60, Montagu era molto occupato.
Concludo con una
frase significativa tratta dal film:
"Classes will dull your mind, destroy the potential for authentic creativity".
"Le lezioni
ottundono la mente, distruggono il potenziale della creatività vera"."Classes will dull your mind, destroy the potential for authentic creativity".
Ingredienti:
2 scatolette di tonno sott’olio da 80 gr ciascuna
maionese q.b.
4 fette di pane
morbido ai cereali
un pomodoro
mezzo peperone
verde
lattughino q.b.
Procedimento:
Scolate bene il
tonno e mescolatelo con un cucchiaio di maionese schiacciandolo un po'.
Stendete uno strato
generoso di questo composto su 2 delle 4 fette di pane; adagiate sopra delle
fette sottili di pomodoro, strisce di peperone e qualche foglia di insalata.
Aggiungete un altro
po' di maionese e coprite con le fette di pane rimaste.
Servite subito
magari davanti al film.
With passion,
Ade
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